Sabato 14/04, ore 16
Fornovo di Taro (PR)
Foro Boario – Sala della Biblioteca comunale
Antonio Pergolizzi, Legambiente
Ecomafie e crimini ambientali.

Sabato 21/04, ore 10
Borgo val di Taro (PR)
Sala consiliare della Comunità Montana Ovest
Edoardo Bai, Legambiente
Orietta Sala, A.R.P.A. Reggio Emilia
Maria Cirelli, Associazione I.S.D.E.
Cave in ofiolite e rischio amianto:
rischio ambientale e sanitario collegato
all’estrazione e all’utilizzo di materiale ofiolitico.

Venerdì 04/05, ore 21
Bedonia (PR)
Sala convegni del Seminario Vescovile
Luca Martinelli, giornalista e scrittore
Renzo Valloni, Università di Parma
I prelievi di acque minerali in montagna.

Sabato 12/05, ore 10
Borgo val di Taro (PR)
Società di Mutuo Soccorso Renato Imbriani
Carlo Brambilla, C.A.I. – T.A.M.
Antonio Bodini, Università di Parma
Fabio Valentini, Mountain Wilderness
Energie rinnovabili e ambiente montano:
luci e ombre.

Risposta di Dal convegno 18:00 - 21/04/12

http://www.roccamurata.com/2012/04/borgotaro-morti-per-amiantoil-doppio.html?utm_source=BP_recent .

Per Bai di Legambiente i casi di morte nella nostra zona sono il doppio rispetto al resto della regione.
Per Diego Rossi invece tutto è a posto...

Risposta di LEGAMBIENTE Circolo altavaltaro 19:12 - 08/05/12

Parma 3 maggio 2012 - COMUNICATO STAMPA

In data 21 aprile il circolo Legambiente, insieme ad altre associazioni presenti sul territorio, ha promosso un incontro dal tema “Cave in ofiolite e rischio amianto: rischio ambientale e sanitario collegato all’estrazione e all’utilizzo di materiale ofiolitico. ”. In quella sede il dott. Bai uno degli esperti invitati, da una prima analisi del campione di decessi per mesotelioma (malattia correlata solo all'amianto) riportato a pag .53 del volume “Il progetto regionale pietre verdi” ha dedotto nella nostra zona una incidenza della malattia per le donne doppia rispetto alla percentuale regionale.
Lo stesso Bai ci ha inviato una correzione e ci ha pregato di diffonderla poiché analizzando il campione alla fonte tale incidenza risulta in linea con i dati regionali.
Scusandoci dell'errore, vogliamo pero' ribadire l’importanza del tema trattato.
Preso atto della scarsa informazione, come associazione chiederemo alle autorità di provvedere ad avvisare la cittadinanza dei possibili rischi sanitari e di inquinamento ambientale legati alla presenza di amianto nell'uso di stabilizzato di ofiolite (macinato di pietra nera).
Soprattutto se utilizzato vicino alle case o sulle strade sterrate dove non e' previsto una adeguata azione di asfaltatura o altra inertizzazione.
Tali prescrizioni sono in linea con le direttive proposte dal gruppo di lavoro regionale “pietre verdi”, linee non ancora adottate ufficialmente dalla regione.
Cio' in attesa di una auspicata revisione della normativa nazionale che proibisca l'uso di tale materiale con accertata presenza di amianto.

La segreteria

Risposta di Paolo Magnani 21:35 - 09/05/12

Falso, Bai al convegno non si è riferito alle sole donne ma al numero di morti nelle zone con cave ofiolitiche che erano il doppio rispetto gli altri territori. Uomini o donne che siano (ho tutto registrato e Bai non dice di riferirsi solo alle donne).
Punto due; Nella rettifica dello stesso Bai c’è un dato che conferma una anomalia, 11 casi a Parma e 5 in tutto il resto della regione. Il 17 marzo il dott. Oppo ha confermato quanto annunciato dalla AUSL locale e cioè che una delle due donne morte da noi era moglie di un lavoratore nelle cave di ofiolite.

Legambiente locale è poco informata e addirittura ambigua.

Risposta di Giuseppe Capella 17:09 - 10/05/12

La precisazione di Bai non si riferisce ai luoghi dove sono le cave ofiolitiche in genere, il caso di Levanto ne e' un esempio, ma all'analisi dei casi attualmente documentati nella provincia di Parma.
Vorrei precisare che da quanto emerso dal convegno non mi sentirei di rassicurare gli animi sull'uso di ofiolite con presenza di amianto cio' e' ribadito nel comunicato.
Per quanto riguarda l'incidenza di tumori (mesotelioma) eventualmente correlati all'uso di ofiolite dai dati ad oggi, non si puo' collegare poiche' essendo il periodo di latenza della malattia tra i 30 e 40 anni e l'uso massiccio di ofiolite successivo agli anni 80 (come materiale macinato) l'incidenza di malattia dovrebbe (speriamo di no) ancora arrivare.
Come gia' detto nel convegno con chiarezza ci sono i dati da tempo! che giustificano per la regola ETICA della precauzionalita' la chiusura di tutte le cave ofiolitiche con presenza di amianto. Oggi la legge italiana permette di mantenere in funzione queste attivita' NOI LAVOREREMO per cambiarla!

 
Risposta di Anna 10:33 - 24/04/12

La matematica non è un’opinione. I numeri ufficiali della Regione sono quelli. Nei comuni dove ci sono cave di pietre verdi la mortalità per mesotelioma è al 200% rispetto gli altri. Diego Rossi e Rossano Botto non ci vedono un nesso logico? Senza parole.

Risposta di Faber 16:57 - 25/04/12

Cave ofiolitiche e rischio amianto
Il convegno di Borgotaro

Sabato 21 in Palazzo Tardiani a Borgo Val di Taro si è tenuto il secondo appuntamento del ciclo “Le mani sulla montagna” dal tema: “Cave in ofiolite e rischio amianto: rischio ambientale e sanitario collegato all’estrazione e all’utilizzo di materiale ofiolitico”.
Alla presenza di poco meno di un centinaio di persone, del sindaco di Borgo Val di Taro, di altri amministratori e funzionari provinciali, sono state esposte tre relazioni sull'argomento.
Il primo intervento della dottoressa Maria Cirelli (Isde Parma) ha riproposto con un linguaggio di carattere divulgativo “Alle origini del problema”, un lavoro che mette in evidenza le contraddizioni e incertezze irrisolte generate dall’allegato 4 del D.M. 14 maggio 1996 e le conseguenze negative dal punto di vista della contaminazione ambientale che queste attività producono.
In conclusione la relazione invita le amministrazioni locali a valutare e riflettere sulla compatibilità di queste attività con la vocazione turistica/paesaggistica, agro-alimentare e silvestre delle valli del Taro e del Ceno.
Il secondo intervento di Orietta Sala dell’Arpa di Reggio Emilia, già componente dell’equipe che ha redatto nel 2004 il testo di riferimento “Il progetto regionale pietre verdi” ha illustrato i dettagli delle metodiche e gli aggiornamenti e approfondimenti di tipo scientifico successivi al lavoro del 2004 .
Il dott. Edoardo Bai consulente scientifico di Legambiente Lombardia e Isde Italia ha introdotto la sua relazione con uno sguardo fuori regione esponendo problemi connessi alle attività estrattive in Valmalenco (Sondrio) per passare a ragionare sui numeri così come appaiono nella tabella dei casi di mesoteliomi nei comuni ofiolitici.
Con una affermazione che non potrà non suscitare scalpore e preoccupazione ha sostenuto che il dato relativo al numero di casi risulta doppio rispetto alla media regionale e che analoga situazione è riscontrabile nel territorio di Levanto anch'esso sede di cava ofiolitica. Dati dunque significativi che necessitano di un serio approfondimento da parte degli organi di tutela sanitaria.
Ospite inatteso del convegno il prof. Paolo Crosignani dell’Istituto dei tumori di Milano che con un breve intervento ha ribadito e chiarito alcuni aspetti della relazione di Bai.
Sono seguiti diversi interventi dal pubblico in rappresentanza di associazioni, comitati, un funzionario provinciale di settore.
Sollecitato ad intervenire ha preso la parola il sindaco di Borgotaro Diego Rossi, il quale ha fra l’altro affermato che con l’insistere a parlare di contaminazione ambientale si rischia di compromettere l’immagine del territorio con conseguenti possibili ricadute negativi sui flussi turistici, mentre per i dati epidemiologici ha affermato che l’amministrazione fa riferimento alle sole valutazioni istituzionali.

Fabio Paterniti
Cave all'amianto No Grazie

Risposta di Atos 22:13 - 25/04/12

“Sollecitato ad intervenire ha preso la parola il sindaco di Borgotaro Diego Rossi, il quale ha fra l’altro affermato che con l’insistere a parlare di contaminazione ambientale si rischia di compromettere l’immagine del territorio con conseguenti possibili ricadute negativi sui flussi turistici”
Discariche, pale giganti, cave di amianto, capannoni in pieno paese coperti con eternit… queste tengono i turisti lontano semmai … Vacanzieri che comunque, mi dicono, sono quasi assenti da venti anni.
“mentre per i dati epidemiologici ha affermato che l’amministrazione fa riferimento alle sole valutazioni istituzionali”
Diego Rossi ha finito l’intervento dicendo che fa riferimento solo a “dati medici”. Dati medici del Dott. Botto ! Visto che tutti gli altri contestano ciò che il Sindaco va a dire nei vari congressi. Il Dott. Bai è l’ultimo di una lunga serie. Proprio dall’ultima affermazione Diego Rossi è stato ripreso da Magnani che gli ha ricordato che “la massima autorità sanitaria mondiale l’ O.M.S. nega che ci sia una soglia minima nella quale stare al sicuro dalla malattia da amianto. Una sola fibrilla è pericolosa, se nelle cave c’è amianto vanno chiuse. Punto e basta”.
Se il Sindaco accetta solo i dati medici meglio che consulti medici non sporchi di politica.
Da ricordare che il consigliere di opposizione Toffanin chiede la definitiva chiusura della cava di Roccamurata con il relativo ripristino e il divieto di utilizzare pietrisco ofiolitico nei parcheggi e nelle strade comunali.

Risposta di PB 20:20 - 26/04/12

“Una delle donne morte a Borgotaro era moglie di un lavoratore nella cava. Salvatore Oppo al convegno del 17 marzo all’Imbriani”,
“Edoardo Bai di Legambiente; Nella nostra zona le morti per amianto sono il doppio rispetto alle medie regionali”
Per rispetto alle vittime stia zitto sindaco!

Risposta di Cristian 03:22 - 27/04/12

La cava di Borgotaro è l’ennesima prova di incapacità dei nostri politici di governare i problemi del territorio e di risolverli. Botto e Rossi ci confortano dicendoci che l’ofiolite non fa male come quelli che 30 anni fa dicevano che l’amianto non faceva niente e vediamo oggi cosa sta succedendo. Fanno pena, hanno tenuto nascosto il numero delle vittime per anni e se non fosse per un comitato spontaneo di semplici cittadini lo terrebbero ancora nascosto e la cava sarebbe li aperta, non hanno mai controllato quella cava nemmeno davanti alle proteste dei residenti che chiedevano il rispetto delle norme di sicurezza mai adottate. Hanno pavimentato strade e piazzali con quella pietra. Vanno alle conferenze mostrando numeri e statistiche inventate come se si trattasse di goal della Juventus e non di vittime uccise dalla politica!
Diego Rossi ha tenuto il suo intervento a cuor leggero come se nessuno di noi avesse ascoltato Bai o Canessa, come se nessuno avesse visto le foto e i video di come si lavorava alle Predelle. Ha ignorato la richiesta di una madre che chiedeva di chiudere per sempre la cava della morte e di rimuovere il pietrisco nero dai cortili delle scuole.

Risposta di Matusalem 22:26 - 27/04/12

Bel casino per Legambiente che solitamente tende di nascondere i veri problemi ambientali ! Adesso come la mettono con questa irriverenza verso i “fratelli” di sinistra? Come chiederanno scusa?
Strano questo silenzio delle tv e giornali vero?

Risposta di Cave all'amianto no grazie 07:05 - 28/04/12

Dal dott. Edoardo Bai riceviamo la seguente comunicazione:

devo fare una rettifica a quanto ho detto in assemblea il giorno 21, sulla base di quanto mi ha chiarito il dottor Romanelli, che è il responsabile del Registro mesoteliomi. Io ho fatto i conti sulla frequenza dei mesoteliomi sulla base dei diciotto casi riportati nella tabella a pag. 53 della pubblicazione " progetto regionale pietre verdi". I calcoli sono effettuati ritenendo che tutti e diciotto i casi fossero residenti, al momento della diagnosi, in uno dei dodici comuni "ofiolitici" della Prpvincia di Parma. In realtà il dr. Romanelli mi ha chiarito che i residenti erano in numero inferiore a diciotto. la tabella riporta infatti anche i nati in quei Comuni.
Errore mio, perché non mi sono informato prima e ho presunto che fossero tutti residenti; nelle pubblicazioni sono abituato a vedere registrati solo i residenti.
Perciò i calcoli che ho illustrato in assemblea non sono validi, e andrebbero rifatti tenendo conto dei soli residenti.
IL Dr. Romanelli mi ha inviato un aggiornamento al 2006 sulla incidenza dei mesoteliomi nei comuni ofiolitici della regione. In tutta la Regione, i casi di mesotelioma risultano essere 16, di cui 11 in Provincia di Parma e cinque nel resto del territorio regionale. I casi di mesoteliomi nella provincia di Parma sono otto per i maschi e tre per le femmine.
Il tasso di incidenza della malattia, complessivamente per tutti i Comuni, non si discosta da quello regionale: 2,6 per centomila maschi; 1,1 per centomila femmine.
Bai Edoardo

Tanto dovevamo.

La rettifica Bai lascia comunque irrisolti alcuni importanti interrogativi sui dati e sul loro significato.
In questi mesi sono stati diffusi numeri e percentuali diverse
Ritorneremo sull’argomento solo dopo aver acquisito la documentazione completa.

Ricordiamo, ancora una volta, che l'epidemiologia è una scienza di prevenzione e non può essere usata a posteriori per mettere in dubbio realtà scientifiche già accertate.
L’amianto nelle cave ofiolitiche parmensi c’è e in conseguenza delle attività estrattive, lavorazione e impiego, disperde in ambiente nuove fibre di amianto.

Risposta di PK 15:58 - 28/04/12

Il tasso di incidenza della malattia, complessivamente per tutti i Comuni, non si discosta da quello regionale: 2,6 per centomila maschi; 1,1 per centomila femmine.

...non si discosta... qualcuno me lo spiega, mica mi verrete a dire che abbiamo discusso per qualche anno sul nulla?

PK

Risposta di C81 22:04 - 28/04/12
Risposta di Paolo Magnani 00:25 - 29/04/12

Io credo solo a quanto dice O.M.S. sulla quantità di amianto dannoso e alle statistiche darò un occhio fra 30 anni (sempre se sarò ancora qua a spaccar le balle) dopo i tempi di latenza delle malattie, cioè quando le vittime, aimè si potranno contare. Rimarrei comunque diffidente in quanto quando non si hanno numeri alti le statistiche sballano fino ad essere in alcuni casi contrarie a verità .
Ma veniamo alla bizzarra rettifica di Edoardo Bai che arriva dopo un inspiegabile silenzio mediatico.
1. “I calcoli sono effettuati ritenendo che tutti e diciotto i casi fossero residenti, al momento della diagnosi, in uno dei dodici comuni "ofiolitici" della Provincia di Parma.”
E in effetti i calcoli danno il rapporto morti popolazione che è il doppio rispetto il resto della regione. Nessuno prima di Bai ha preso in mano una calcolatrice per quotare l’anomalia.
2. “In realtà il dr. Romanelli mi ha chiarito che i residenti erano in numero inferiore a diciotto. la tabella riporta infatti anche i nati in quei Comuni. Errore mio, perché non mi sono informato prima e ho presunto che fossero tutti residenti; nelle pubblicazioni sono abituato a vedere registrati solo i residenti.”
Tutte le statistiche si fanno sui residenti o persone che hanno frequentato a lungo un luogo contaminato come è abituato vedere Bai ma anche noi del resto. Non ha senso ed è difficilissimo fare una statistica sui nativi nei nostri comuni ma che poi magari se ne sono andati altrove. Faccio un esempio; quello nato a Pellegrino chi non ci dice che è emigrato in Brasile e che abbia lavorato per 40 anni in una fabbrica di amianto? Che senso avrebbe metterlo in una classifica riguardante la provincia di Parma se ci accumuna solo il luogo di nascita? Chi e come avrebbero raccolto il dato di decesso per mesotelioma da una clinica brasiliana? Io ho vissuto per metà della mia vita in USA e in Cina se dovessi morire per mesotelioma (mi sto toccando le palle!) la mia morte sarebbe addebitata alle cave di ofiolite visto che abito vicino ad una di queste o al largo utilizzo di amianto che ancora ad oggi si fa in Cina? Ma anche limitare lo studio ai comuni dove ci sono le cave è da deficienti poiché come abbiamo documentato sia con foto che con video i camion scoperti della cava le Predelle , che quindi lasciavano scie di polveri, passavano per paesi come Fornovo, Felegara, Medesano e Noceto. Anche le ofioliti si spargono in altri territori.. interrati e a fianco alle strade della provincia come nell’ edilizia in genere.
3. In tutta la Regione, i casi di mesotelioma risultano essere 16, di cui 11 in Provincia di Parma e cinque nel resto del territorio regionale.
Dimentichiamo i punti 1 e 2 e concentriamoci sul dato del trancio 3. Sempre il Bai dichiara che 11 casi su 16 sono nella provincia di Parma.
Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini = 5 morti
Parma= 11 morti
Siamo ancora più del doppio?
Come lo spieghiamo?
Non sarà perché qui da noi le cave sono ancora attive o lo erano fino a poco tempo fa?

Conclusione versione A;
Il volume “progetto regionale pietre verdi" che è stato fino ad ora la Bibbia sia per i massoni dell’amianto che per noi va levato dalla circolazioni perché se è vero che ha l’anomalia delle statistiche non è attendibile anzi risulterebbe un’opera oltre che inutile anche beffarda per chi volesse svilupparvi degli studi . Quindi anche i dati che fa circolare il paladino delle ofioliti Diego Rossi debbono essere azzerati e ristudiati.
I relatori e gli organizzatori di Legambiente si devono preparare bene per affrontare un convegno importante dove si discute di malattie mortali.
Conclusione versione B (quella cattiva);
Il Bai ha tirato fuori un dato interessante in un dibattito piatto e studiato a tavolino per ridimensionare il problema. I relatori (tutti tecnici) hanno letto il volume “progetto regionale pietre verdi" oppure cautamente si sono schierati a favore dell’utilizzo delle ofioliti come nel caso di Pelosio o Rossi. Ma la parte finale del convegno (quella libera) e la contestazione dei presenti verso Pelosio, Rossi e Botto (che se ne è andato invece di chiarire una sua vecchia affermazione) sommata ai dati di Bai sono finiti in un cocktail talmente esplosivo che si è pensato bene di tenere a bada i media (Legambiente può farlo) per poi trovare rimedio con la balla descritta nella rettifica di Bai. Si spiegherebbe così che nessun articolo giornalistico è uscito a differenza del convegno del 17 che ha avuto un ampio spazio su moltissimi media.
Meglio buttare nel cesso un volume della Regione che nei casini 12 comuni.

Sto meditando sulle due conclusioni… in buona fede dico
A… però pensare male a volte…..

Risposta di Faber 13:39 - 29/04/12

Ho raramente derogato all'intento di fare informazione attraverso i forum sottraendomi ai “battibecchi”; di norma interagisco con le istituzioni e i loro rappresentanti attraverso il confronto civile. Quando mi convinco della malafede dei miei interlocutori scrivo e metto a protocollo. Chi, non avendo ruolo istituzionale fa sistematicamente della provocazione un metodo sarà sempre ignorato
Faccio oggi una eccezione per il sig. PK.
Peccato che il sig. PK non sia intervenuto per commentare e porre domande al convegno del 21, non tanto per informarsi e capire , non ne ha bisogno, ma per illustrare almeno una parte del repertorio negazionista che la vede così assiduamente impegnato.

“…..aggiornamento al 2006 sulla incidenza dei mesoteliomi nei comuni ofiolitici della regione. In tutta la Regione, i casi di mesotelioma risultano essere 16, di cui 11 in Provincia di Parma e cinque nel resto del territorio regionale.”
Nel 2012 il registro fornisce ancora i dati del 2006 !!!?

“mica mi verrete a dire che abbiamo discusso per qualche anno sul nulla?”

Nella provocazione sig. PK non ha mai il senso della misura !?
Dal luglio 2008 ricordiamo : “ l'epidemiologia è una scienza di prevenzione e non può essere usata a posteriori per mettere in dubbio realtà scientifiche già accertate“.
L’amianto nelle cave ofiolitiche parmensi c’è e in conseguenza delle attività estrattive, lavorazione e impiego, disperde in ambiente nuove fibre di amianto.

A Paolo Magnani mi limito a far presente che il dott. Edoardo Bai aveva ed ha tutti i titoli per partecipare come relatore sui temi trattati. Escludo in maniera assoluta che la sua rettifica sia frutto di pressione indebita, sono certo che non appartiene a alla categoria delle persone addomesticabili.

Con buona pace di tutti, è bene si sappia che il nostro impegno continua. Non staremo inerti ad aspettare che la conta dei morti ci dia ragione.

Risposta di PK 20:29 - 29/04/12

senti un po', dopo 'sto pamphlet: http://www.roccamurata.com/2012/04/borgotaro-morti-per-amiantoil-doppio.html?utm_source=BP_recent .

il Dott. Bai in seguito rettifica, perlomeno chi su quelle dichiarazioni ha lanciato ogni genere di accuse dovrebbe ora fare autocritica;

e per favore non prendere per le terga la gente con la storia che i dati sono aggiornati al 2006, l'attività estrattiva del sito le Predelle dura da più di 35 anni (considerando anche l'altro fronte di cava), e per come erano stati esposti i dati in prima versione, anche se aggiornati al 2006, andavano benissimo al vostro scopo di spalar merda sulla valle, o sbaglio?

Risposta di MO 02:30 - 30/04/12

11 morti in provincia di Parma contro 5 in tutto il resto della regione. Più del doppio.
2 morti a Borgo Val di Taro una di queste moglie di un lavoratore della cava.

Cava le Predelle che fino alla morte del parroco uscivano un camion ogni settimana, dopo è stata levato un terzo di montagna in 4 anni.
Galleria da rifare (spesa collettiva)
Paese che frana (spesa collettiva)

Contesta questi dati

Risposta di Atos Belli 14:18 - 30/04/12

Ok, noi del blog buttiamo merda nella valle ma nessun morto. Tu ci vorresti educati, distinti, colti come gli assassini della lobbie? La risposta sarebbe “vaffanculo”.
Due morti a Borgotaro che è un paese di 7.500 anime sono nella media nazionale di 1 su 60.000?
Guarda che la replica di Edoardo Bai è stata pubblicata appena arrivata,
http://www.roccamurata.com/2012/04/dal-dott-edoardo-bai-riceviamo-la.html?utm_source=BP_recent .
Dal post che tu citi quale faziosità trovi?
Diego Rossi ha mai accettato le indicazioni che arrivano dall’organizzazione Mondiale della Sanità? No
Rossi e Botto hanno pescato le statistiche dallo stesso volume che dopo la replica di Bai dobbiamo accettare come completamente sbagliato nelle tabelle quindi nullo.
Oh lasciamo stare tutte le spese che ogni borgotarese sta spendendo per i malfatti alle Predelle incluse le numerosissime visite per la galleria…. Lo sai che anche le ferrovie da quando hanno ricevuto le comunicazioni che sopra alla galleria c’è una cava stanno indagando? E che dopo l’elezione di Bernazzoli sindaco di Parma ci saranno lavori alla galleria statale che daranno molti più problemi di quello che hanno annunciato? Guardati queste foto….. Per Fellini della provincia i calibri non si sono distanziati…
http://www.roccamurata.com/2012/04/la-galleria-delle-predelle-e-grave.html?utm_source=BP_recent .
XXX XXXXX

Risposta di Se ne parla.. 19:46 - 03/05/12

Perdono, è andato in onda il servizio su Videotaro (link sotto) Tv Parma, Radio Parma e in settimana sulla Gazzetta. Altri siti nazionali fanno riferimento alla Valtaro e Valceno per le ofiolite (link sotto)

http://www.youtube.com/watch?v=L0zh2rPZ8pc&feature=player_embedded .

http://www.tekneco.it/ambiente/i-siti-maggiormente-contaminati-dallamianto .

Risposta di Cave all' Amianto No Grazie 13:59 - 08/05/12

Basta giocare con la salute delle persone !

Nel secondo appuntamento del ciclo “Le mani sulla montagna” dal tema “Cave in ofiolite e rischio amianto”, tenutosi il 21 aprile a Borgo Val di Taro, un qualificato relatore aveva sostenuto che, sulla base dei dati desunti da documenti ufficiali, il numero di casi di mesotelioma nei comuni ofiolitici del parmense sarebbe risultato doppio rispetto alla media regionale. Con comunicazione del 27-04, il relatore ci informava che, ad una verifica successiva dei dati con il responsabile del ReNaM, l'ipotesi non poteva essere sostenuta. Dunque la "pistola fumante" in forma di dato statistico, non sarebbe stata ancora trovata! Un vero peccato perchè, quando il riscontro dovesse arrivare, agli organi sanitari non resterebbe altro che contare i morti. Una storia questa che ci pare sia già stata raccontata nelle aule dei tribunali e dalle famiglie delle vittime.
Noi non attenderemo inerti! La battaglia continuerà fino alla chiusura per legge di tutte le cave con la presenza accertata di amianto.

Per meglio capire il preoccupante presente, sarà utile inquadrare la problematica nel contesto normativo e alle luce delle determinazioni pubbliche recenti.
Dai primi anni '50 venne accertata la relazione medico-scientifica tra il mesotelioma maligno e l’amianto. Prima che la politica italiana ne prendesse atto sono passati però 40 anni. Solo nel 1992 venne portata a compimento la legge 257 ed occorsero, perché diventasse pienamente operativa, altri 4 anni. Quattro anni che per le lobbies non passarono inutilmente.
Nel D.M. 14 maggio 1996, contravvenendo al principio generale della legge, fu autorizzata la prosecuzione dell’escavazione delle matrici minerali dalle quali veniva estratto l’amianto.
Nel silenzio generalizzato, con il concorso attivo di Comuni, Province e Regioni, si consentì per legge di avvelenare persone e territorio. Solo pochi sapevano, quei pochi hanno taciuto.
Per anni sono state negate a cittadini e amministratori inadeguati, informazioni importanti. Le uniche a parlare a voce alta sono state le associazioni e nel 2004 il sorprendente, per alcuni aspetti, documento Arpa “Progetto regionale pietre verdi” scandalosamente disatteso e "congelato" dal governo della regione Emilia Romagna e da tutta la classe politica.
Oggi al vecchio insulto dell’allegato 4, se ne aggiunge uno nuovo: il censimento Arpa del 30 settembre 2011 ha inserito fra i siti contaminati da amianto naturale le cave ofiolitiche, ma ancora una volta i tre livelli decisionali, comune, provincia, regione si sono fatti gioco della logica più elementare, non adottando provvedimenti coerenti con la finalità della legge 257.
Ancora in questi giorni, a livello politico assistiamo ad un indegno teatrino, che preannuncia nuovi trucchi. Nuovi studi, nuove indagini, un congruo numero di anni per accertare quello che è già chiaro da decenni. E ancora nuove regole, controlli ferrei.
Nel frattempo per questa classe dirigente l'importante è che le cave ofiolitiche restino in attività e i cittadini non si allarmino.
Se oggi il fronte della battaglia contro l’utilizzazione e la dispersione di fibre di amianto in Italia è ancora aperto, lo dobbiamo ad una norma probabilmente illegittima e anticostituzionale. Di questo aspetto investiremo ufficialmente il parlamento italiano e europeo, ma è facile prevedere che il percorso richiederà tempo.
A livello locale c’è molto da fare perché i ruoli decisivi sulla questione, contrariamente a quanto si è voluto far credere per anni, restano in capo alle amministrazioni comunali e agli organi di controllo sanitario, tecnico, giudiziario.
Sarà utile chiarire anche alcuni aspetti relativi ai ruoli delle istituzioni pubbliche, troppo spesso travisati o dimenticati. Nel recente caso del PAE del Comune di Bardi si è voluto attribuire ai pareri favorevoli rilasciati da Ausl e Arpa il significato improprio di dichiarazione di non pericolosità della escavazione in matrice ofiolitica, dimenticando che la lunga lista di prescrizioni è una palese dichiarazione del contrario.
Chiedere o attendersi dagli organi di controllo sanitario e tecnico un divieto ad una attività prevista per legge, significa non comprendere ruolo, competenze, responsabilità. In effetti il compito di Ausl e Arpa in questa procedura deliberativa è sostanzialmente regolato e limitato dal principio “conforme, non conforme”.
Ben diverso è il ruolo dell’amministrazione locale e del Sindaco. Questo ruolo viene esercitato? E come? Su questo fronte abbiamo un bagaglio di esempi talmente negativi da compromettere il rapporto fiduciario tra cittadini e classe dirigente. Oggi è assolutamente vitale che una cittadinanza attiva si riappropri della funzione di controllo, ritorni ad un ruolo attivo nella vita della comunità pretendendo dai propri amministratori il massimo della trasparenza nel processo decisionale.
Abbiamo tutti estremo bisogno di cittadini che ci mettano la faccia e che entrino nel palazzo comunale, non per chiedere e ottenere “favori”, ma per consultare gli atti pubblici, saggia pratica anche sotto il profilo della difesa dei propri legittimi interessi, sia individuali che collettivi.

Fabio Paterniti
Cave all'amianto no grazie

 
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